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Record Store Day, la celebrazione della musica tangibile

Ieri, 16 aprile 2011, era il Record Store Day, evento che celebra CD, vinili e i magici negozi di dischi. Con centinaia di rarità e album speciali in vendita.

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Ieri, 16 aprile 2011, è andata in scena la quarta edizione del Record Store Day, l'evento nato per celebrare la musica su supporto fisico e i relativi negozi. Il Record Store Day è nato 4 anni fa negli Stati Uniti, con il preciso compito di opporsi - anche se l'iniziativa appare più come una protesta pacifica - all'avanzata del digital download e alla pirateria musicale.

A sostenere il Record Store Day ci sono sopratutto - e ci mancherebbe - le case discografiche, che per l'occasione pubblicano esclusivamente su supporto fisico rarità e inediti dei loro artisti. Queste chicche, poi, vengono vendute solo nei negozi che aderiscono all'iniziativa.
Se spogliamo la manifestazione da tutti i suoi risvolti emozionali, alla base c'è sempre e comunque il profitto: le stesse major mettono a disposizione sì dei vinili e CD inediti, ma solo per rastrellare qualche "spicciolo" extra oltre agli ingenti guadagni provenienti proprio dal digital download. Visto da quest'ottica il Record Store Day non è poi così "magico".

Per fortuna dal punto di vista dell'audiofilo vecchia maniera, quello che ama spulciare fra i vinili e fra i CD alla ricerca di qualche "perla" nascosta sugli scaffali, l'iniziativa conserva tutto quel sapore di "esplorazione", di attesa e di magia. Non è un caso se i negozi di dischi - come suona strana questa parola oggi - sono stati celebrati da innumerevoli film e libiri: pensiamo ad esempio al romanzo "Altà fedeltà" di Nick Hornby
Gli storici negozi di dischi erano una vera e propria porta verso la musica, di ogni tipo e genere, musica che si finiva poi per portarsi a casa con tutta la felicità che un bambino prova davanti ad un nuovo giocattolo.

Ieri il Record Store Day ha visto ben 120 punti vendita italiani aderire all'iniziativa, arricchendola con promozioni speciali, concerti e feste. Ma i veri protagonisti sono stati loro, i CD e LP "speciali" in vendita per l'occasione. Ce n'era davvero per tutti i gusti: la colonna sonora di "Tron" dei Daft Punk in vinile trasparente, i Doors, l'ultimo lavoro dei Gorillaz, il compianto Syd Barrett ex Pink Floyd, i Grinderman di Nick Cave, i Velvet Underground, i Green Day, i Duran Duran, i Beach Boys, Adele, Interpol, Anthony and The Johnsons, gli ormai sciolti White Stripes e tanti altri.  Hanno aderito anche i Radiohead, gli Arctic Monkeys, i Beastie Boys e altre band da hit parade che non dimenticano l'importantanza dei "vecchi" supporti fisici.

Oltre ai vinili sono stati messi in vendita anche i più "giovani" CD con altrettante rarità. Anche se, ancora, i veri protagonisti sono stati gli LP ed EP, con centinaia di uscite che hanno stimolato il feticismo deli audiofili più agguerriti: oltre ai succitati artisti sono andati in vendita anche delle chicche di Jimi Hendrix, dei Bad Brains, di Madonna, dei R.E.M., dei Beady Eye di Liam Gallagher, Ramones, Red Hot Chili Peppers e chi più ne ha più ne metta. Tutte le uscite sono disponibili sul sito ufficiale del Record Store Day 2011.

A prescindere dalle implicazioni commerciali, la manifestazione conserva quella straordinaria sensazione che solo chi ha vissuto l'epoca dei negozi di dischi può ricordare. Quando per ascoltare musica si doveva andare nei suoi santuari dove, una volta varcate le porte, si entrava in un mondo a parte in cui esistevano solo CD, LP, EP e altri magici oggetti che si potevano anche acquistare, in cambio di poche lire. Una sensazione impagabile.

Anche se il futuro punta proprio in quella direzione, nessun iPod o MP3 potrà mai sostituire i supporti fisici. Almeno nel cuore degli appassionati. 

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